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Movimento per la Democrazia Economica

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Archivio tag: carburante

ENI partecipi attivamente alla transizione energetica

Movimento per la Democrazia Economica Pubblicato il 23 Aprile 2022 da Redazione MDE23 Aprile 2022

Per quanto riguarda la riconversione del sistema energetico italiano, con le insicurezze in questo campo introdotte dalla guerra in Ucraina, è auspicabile che il mercato dell’energia, vada progressivamente circoscritto all’interno della UE. Questa strategia è sicuramente in funzione dell’interesse di tutti i paesi dell’intera Europa Comunitaria. È inevitabile nel breve periodo l’acquisto di energia attraverso delle collaborazioni mirate con Paesi esteri, ma l’obiettivo dell’autosufficienza energetica deve essere una priorità nel calendario Europeo. Questa strategia deve valere anche per la produzione di energie rinnovabili. In questo settore è in ogni caso indispensabile sganciarsi dalla dipendenza dei monopoli Cinesi o di qualsiasi altro blocco imperialista oggi in guerra commerciale globale per il controllo del pianeta.

Se l’Europa crede veramente nei processi di sviluppo economico sostenibile intenti a portare benessere e stabilità a favore dei popoli e delle varie culture dei paesi europei, deve tirare i remi in barca e abbandonare progressivamente la globalizzazione economica. Solo con la democrazia economica si può rispondere alle mire Americane, Cinesi e Russe di conquista e di invasione dei mercati europei.

Il contributo italiano all’abbandono della globalizzazione è presto segnato: la riconversione di una azienda multinazionale come ENI, oltretutto a controllo statale, deve essere un segnale operativo, concreto alla transizione ecologica. È necessario trasformare la sua natura “petrolifera” spostando concretamente i suoi obbiettivi aziendali verso i nuovi scenari dell’energia rinnovabile. ENEL ha iniziato, con aiuti comunitari, a produrre semiconduttori creando una filiera del fotovoltaico di buona qualità ma esclusivamente per grandi impianti.

Non basta!! Noi abbiamo milioni di metri quadri di tetti da coprire con pannelli fotovoltaici. Abbiamo bisogno di produzioni certe e di qualità per creare comunità energetiche urbane o agricole, per il risparmio e l’autosufficienza delle nostre case. Abbiamo possibilità di coprire milioni di capannoni, di attività industriali e commerciali in tutta Italia. Potremmo diventare veri ed indispensabili protagonisti della transizione ecologica in tutta Europa. La Cina non ci permetterà mai di renderci autosufficienti a livello energetico, va data una risposta immediata alla loro invasione tecnologica oltretutto di bassa qualità. Lo Stato Italiano converta subito ENI rendendola leader nella produzione delle tecnologie rinnovabili.

Questa svolta è possibile perché ci sono i fondi del PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Ci sono in progetto ed in parte erogati tra i 3 e 4 miliardi per la ricerca e la produzione di idrogeno. Un prodotto ancora non in commercio basato su una tecnologia che necessita ancora di una profonda incubazione di studi e di ricerca. Trasferire una parte di questi fondi per impegnare ENI, aziendalmente trasformata, alla creazione di una o due mega factory del fotovoltaico in Italia. Aziendalmente trasformato significa che anche i privati, oggi azionisti di ENI, vanno “gentilmente liquidati” perché le società del gruppo, se devono essere competitive, in funzione della crescita del mercato interno, devono essere gestite nella forma né profitti, né perdite.

 

Considerando le emergenze provocate dagli eventi della guerra in Ucraina ed i nuovi scenari di instabilità dell’economia globalizzata, non dovrebbe essere un problema per Draghi ed il suo scudiero Cingolani iniziare questo nuovo percorso. Accelerare questo processo, segnerebbe una svolta per l’economia italiana e ci permetterebbe di sganciarci dalla morsa del monopolio cinese. Abbiamo bisogno di una unica sola cosa: consapevolezza politica.

Abbandonare l’utopia della globalizzazione economica, essere consapevoli che abbiamo partecipato ad un processo che ha portato guerre, disuguaglianze sociali ed economiche e diritti calpestati. Questa è una azione consapevole e responsabile che le nostre istituzioni devono fare. Per il “governo dei migliori” non dovrebbe essere un problema ammettere che gli interessi del popolo italiano, come la costituzione prevede, sono prioritari agli accordi economici internazionali che intrappolano e soggiogano la sicurezza e la stabilità dell’economia del nostro Paese e dell’Europa intera. Vogliamo che finita la guerra l’ENI riprenda gli accordi ed i contratti con Gazprom e le altre aziende russe? Oppure vogliamo ENI rinnovato e sulla strada della transizione ecologica? Il tempo è scaduto, il Governo ed il Parlamento scelgano!  L’ENI dovrebbe avere come slogan: “Inondiamo capannoni industriali e tetti di energia solare, basta fossili, basta inquinare!!”

(FINE)

Aderisci anche tu alla campagna greENIwashing https://democraziaeconomica.it/index.php/adesione-alla-campagna-greeniwashing/

 

 

 

 

 

 

 

 

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La stabilità del mercato energetico è una priorità politica che il Governo Italiano non può ignorare

Movimento per la Democrazia Economica Pubblicato il 29 Marzo 2022 da Redazione MDE29 Marzo 2022

Le ultime dichiarazioni di Draghi al Parlamento e al Paese ci dicono chiaramente che l’Italia e l’Europa sono in difficoltà con una guerra alle porte e una crisi economica grave.

La volatilità dei mercati energetici con un aumento di benzina e diesel medio del 45% rispetto ad un anno fa impongono al Governo di organizzare in tempi brevi un piano di emergenza energetica in grado di sostenere la crisi.

Le misure intraprese dal Governo per stabilizzare i prezzi dell’energia e far respirare utenti e piccole industrie sono insufficienti; tamponi una tantum. Non esiste ancora una politica energetica pluriennale in grado di dare sicurezza e futuro sia ai produttori che ai consumatori. L’errore di base è quello di pensare che il mercato dell’energia sia in grado di fluttuare liberamente e sia capace di autoregolamentarsi, come da memoria smithiana. Un dogma neoliberista oramai smascherato e che sta portando soprattutto l’Italia ed il mondo globalizzato verso una depressione economica

irreversibile. I prezzi delle materie prime e quindi anche dell’energia si basano sulle contrattazioni dei mercati finanziari, talvolta non sono solo i paesi produttori a stabilirlo ma la compravendita del valore azionario, che come tutti sanno è un valore condizionato dalla speculazione; una pratica finanziaria ammissibile, accumulare capitale in maniera “legale” non ha alcuna limitazione di legge. Il mercato dell’energia condiziona a pioggia tutte le filiere produttive mettendo in recessione o depressione l’intera economia, come è sempre successo. Il mercato dell’energia italiano ed

Europeo sta puntando sulle Rinnovabili e questo è vantaggioso per l’ambiente e la salute dei cittadini. Dobbiamo accelerare questa transizione ma una svolta tutta verde non è prevista per domani, quindi il problema dell’utilizzo di carburanti fossili rimarrà almeno per i prossimi 20 anni. Per raggiungere questi obiettivi, per essere coerenti con i pericoli dei cambiamenti climatici è necessario sganciare il sistema energetico dal mercato speculativo stabilendone un prezzo in grado di sostenere l’economia nazionale. Questo è possibile solo se ci si sgancia dagli interessi basati sui profitti dei grandi produttori, siano essi Stati o multinazionali private. Autosufficienza energetica deve essere la parola d’ordine del Governo a sostegno di veri processi di democrazia economica che rifiutano i monopoli e le guerre commerciali e che rischiano di mettere in ginocchio le piccole economie. No ai falsi dogmi ideologici del libero scambio, è dovere prioritario del Governo italiano prendere in tempi brevi decisioni a riguardo.

(FINE PRIMA PARTE)

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Politica energetica

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Il Caro carburante e la speculazione

Movimento per la Democrazia Economica Pubblicato il 18 Marzo 2022 da Redazione MDE19 Marzo 2022

Il prezzo del carburante sta aumentando in maniera sproporzionata. Ma è solo colpa della guerra in Ucraina? Solo in parte e dovremo dire l’aumento avrebbe dovuto toccare soprattutto il gas metano, che è quello che ci fornisce la Russia, ma così purtroppo non è.

L’Italia aveva ed ha il primato dei prezzi più alti in Europa tra benzina e gasolio e questa è un’altra controprova. Quella a cui cittadini e imprese sono oggi sottoposte è una speculazione finanziaria di proporzioni mondiali. Il prezzo dei carburanti non è legato alla produzione, ma ai prodotti speculativi come i futures, per scommettere in più o in meno su prezzi di qualunque bene, specialmente le materie prime essenziali.

La realtà dei fatti quindi rende chiaro che gli interventi intrapresi dal governo al momento sono una barzelletta raccontata male. Il governo ha promesso nel giro di settimane di intervenire per calmierare i prezzi dei prodotti energetici, ma ogni giorno che passa sono milioni di euro che famiglie e aziende pagano alle multinazionali del petrolio e agli speculatori finanziari. Non è forse questo un furto legalizzato?

“Il Governo dei migliori” sta facendo gli interessi dei mercati finanziari e della maggior parte delle banche europee e all’interno di questo esecutivo tutti i partiti, anche di opposizione, sembrano allineati a sostenere queste politiche economiche di concentrazione della ricchezza.

È veramente vile coprire la speculazione attraverso i morti e la distruzione che questa guerra sta producendo!! È altrettanto vile chi oggi nella politica e nell’Imprenditoria invece di denunciare la speculazione richiede la cancellazione delle accise, espediente che nasconde la verità del problema.

M.D.E. afferma che se non si adotteranno immediatamente politiche di redistribuzione, questo inizio di stagflazione si trasformerà in tempi brevi in depressione economica per l’Italia e per l’UE. M.D.E. reputa indispensabile impedire la speculazione finanziaria su fonti energetiche e beni essenziali attraverso un intervento immediato con legge sul blocco dei prezzi dei carburanti. È stato fatto sulle mascherine chirurgiche per il covid-19, perché non farlo sul carburante?

È inoltre necessario in tempi brevi pianificare l’autosufficienza economica attraverso la nazionalizzazione di ENI dove lo Stato detiene il potere di agire attraverso la Golden Share.

Non è più possibile dipendere dal petrolio estero è una costatazione accertata, guerra e speculazione ce lo impongono.

Va data una maggiore spinta alla transizione ecologica con una accelerazione importante sulle rinnovabili, dismettendo progressivamente la dipendenza estera dalle fossili concentrando le estrazioni solo nei nostri mari di Sicilia e Sardegna dove esistono sufficienti risorse per ottenere in tempi brevi l’autosufficienza energetica.

Allo stesso tempo il blocco dei prezzi sul carburante non significa incentivarne il consumo e dimenticare gli effetti negativi sull’inquinamento e la salute. Quindi ben vengano anche misure di riduzione della mobilità da traffico su gomma incentivando in tutta Italia le ferrovie locali che dovrebbero divenire metropolitane di superfice come in altri paesi evoluti d’Europa e del Mondo.

Attuare subito queste politiche per salvaguardare sia il potere d’acquisto che l’ambiente è possibile, serve solo la volontà politica di tutti.

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