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Movimento per la Democrazia Economica

Fornire a tutti i mezzi per sopravvivere e migliorare la propria condizione economica

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Archivio della categoria: Notizie

Notizie

ENI partecipi attivamente alla transizione energetica

Movimento per la Democrazia Economica Pubblicato il 23 Aprile 2022 da Redazione MDE23 Aprile 2022

Per quanto riguarda la riconversione del sistema energetico italiano, con le insicurezze in questo campo introdotte dalla guerra in Ucraina, è auspicabile che il mercato dell’energia, vada progressivamente circoscritto all’interno della UE. Questa strategia è sicuramente in funzione dell’interesse di tutti i paesi dell’intera Europa Comunitaria. È inevitabile nel breve periodo l’acquisto di energia attraverso delle collaborazioni mirate con Paesi esteri, ma l’obiettivo dell’autosufficienza energetica deve essere una priorità nel calendario Europeo. Questa strategia deve valere anche per la produzione di energie rinnovabili. In questo settore è in ogni caso indispensabile sganciarsi dalla dipendenza dei monopoli Cinesi o di qualsiasi altro blocco imperialista oggi in guerra commerciale globale per il controllo del pianeta.

Se l’Europa crede veramente nei processi di sviluppo economico sostenibile intenti a portare benessere e stabilità a favore dei popoli e delle varie culture dei paesi europei, deve tirare i remi in barca e abbandonare progressivamente la globalizzazione economica. Solo con la democrazia economica si può rispondere alle mire Americane, Cinesi e Russe di conquista e di invasione dei mercati europei.

Il contributo italiano all’abbandono della globalizzazione è presto segnato: la riconversione di una azienda multinazionale come ENI, oltretutto a controllo statale, deve essere un segnale operativo, concreto alla transizione ecologica. È necessario trasformare la sua natura “petrolifera” spostando concretamente i suoi obbiettivi aziendali verso i nuovi scenari dell’energia rinnovabile. ENEL ha iniziato, con aiuti comunitari, a produrre semiconduttori creando una filiera del fotovoltaico di buona qualità ma esclusivamente per grandi impianti.

Non basta!! Noi abbiamo milioni di metri quadri di tetti da coprire con pannelli fotovoltaici. Abbiamo bisogno di produzioni certe e di qualità per creare comunità energetiche urbane o agricole, per il risparmio e l’autosufficienza delle nostre case. Abbiamo possibilità di coprire milioni di capannoni, di attività industriali e commerciali in tutta Italia. Potremmo diventare veri ed indispensabili protagonisti della transizione ecologica in tutta Europa. La Cina non ci permetterà mai di renderci autosufficienti a livello energetico, va data una risposta immediata alla loro invasione tecnologica oltretutto di bassa qualità. Lo Stato Italiano converta subito ENI rendendola leader nella produzione delle tecnologie rinnovabili.

Questa svolta è possibile perché ci sono i fondi del PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Ci sono in progetto ed in parte erogati tra i 3 e 4 miliardi per la ricerca e la produzione di idrogeno. Un prodotto ancora non in commercio basato su una tecnologia che necessita ancora di una profonda incubazione di studi e di ricerca. Trasferire una parte di questi fondi per impegnare ENI, aziendalmente trasformata, alla creazione di una o due mega factory del fotovoltaico in Italia. Aziendalmente trasformato significa che anche i privati, oggi azionisti di ENI, vanno “gentilmente liquidati” perché le società del gruppo, se devono essere competitive, in funzione della crescita del mercato interno, devono essere gestite nella forma né profitti, né perdite.

 

Considerando le emergenze provocate dagli eventi della guerra in Ucraina ed i nuovi scenari di instabilità dell’economia globalizzata, non dovrebbe essere un problema per Draghi ed il suo scudiero Cingolani iniziare questo nuovo percorso. Accelerare questo processo, segnerebbe una svolta per l’economia italiana e ci permetterebbe di sganciarci dalla morsa del monopolio cinese. Abbiamo bisogno di una unica sola cosa: consapevolezza politica.

Abbandonare l’utopia della globalizzazione economica, essere consapevoli che abbiamo partecipato ad un processo che ha portato guerre, disuguaglianze sociali ed economiche e diritti calpestati. Questa è una azione consapevole e responsabile che le nostre istituzioni devono fare. Per il “governo dei migliori” non dovrebbe essere un problema ammettere che gli interessi del popolo italiano, come la costituzione prevede, sono prioritari agli accordi economici internazionali che intrappolano e soggiogano la sicurezza e la stabilità dell’economia del nostro Paese e dell’Europa intera. Vogliamo che finita la guerra l’ENI riprenda gli accordi ed i contratti con Gazprom e le altre aziende russe? Oppure vogliamo ENI rinnovato e sulla strada della transizione ecologica? Il tempo è scaduto, il Governo ed il Parlamento scelgano!  L’ENI dovrebbe avere come slogan: “Inondiamo capannoni industriali e tetti di energia solare, basta fossili, basta inquinare!!”

(FINE)

Aderisci anche tu alla campagna greENIwashing https://democraziaeconomica.it/index.php/adesione-alla-campagna-greeniwashing/

 

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato in Notizie | Contrassegnato con Agip,carburante,Energia,Eni,metano

Rinnovabili: massima e razionale distribuzione della ricchezza prodotta

Movimento per la Democrazia Economica Pubblicato il 12 Aprile 2022 da Redazione MDE12 Aprile 2022

Una transizione ecologica programmata deve escludere dalla produzione di energia prima le grandi industrie multinazionali private perché anche se fossero italiane, la natura del massimo profitto e la poca attinenza ad aprire a processi di socializzazione economica sono e saranno sempre causa dell’instabilità dei prezzi. Le caratteristiche menzionate contraddistinguono la natura delle multinazionali e non possono, in questo settore strategico, soddisfare e tenere in piedi la nostra economia fatta prevalentemente di piccole e medie industrie. Sono proprio queste ultime che subiscono la crisi energetica. La chiusura di molte piccole aziende e molte altre che hanno iniziato a dilazionare i pagamenti delle bollette sono sotto gli occhi di tutti. La nazionalizzazione ed i prezzi dell’energia calmierati devono essere fatti soprattutto per salvaguardare la nostra piccola economia.

Non possiamo quindi permettere ai grandi privati e alle multinazionali di prendere in mano il controllo delle fonti rinnovabili. Saremmo punto e a capo.

In questo settore la Cina la fa da padrona. I maggiori produttori al mondo di polisilicio, materia prima per produrre le celle fotovoltaiche, sono i cinesi. Essi sono stati in grado di aumentare nel giro di un anno i loro prezzi, registrando aumento dei profitti operativi lordi fino al 70%. La conseguenza è stata che il prezzo del modulo che mettiamo sui tetti delle nostre case è salito alle stelle. La forte richiesta nel mercato globale e il regime di quasi monopolio della Cina ne manterrà alto il costo per molto tempo, questo dicono gli analisti del settore. In Italia, fortunatamente, per le rinnovabili ci sono già in corso dei percorsi di democrazia economica.

Come già annunciato nel nostro programma bisogna incentivare l’autoproduzione e l’autoconsumo in questo settore strategico sia per uso civile che industriale. Creare cooperative di produzione e consumo su larga scala come l’esperienza italiana della coop è nostra. E’ importante incentivare come si è appena iniziato a fare le Comunità Energetiche mirate all’agricoltura dove più aziende del settore cooperando possono autoprodurre e consumare energia rinnovabile. Va permesso, anche su vasta scala, che aziende piccole e medie di qualsiasi settore possono adattare contratti di joint venture a processi di cooperazione coordinata con aziende di produzione energetica rinnovabile delle stesse dimensioni. Anche se i grandi impianti di produzione e stoccaggio di energia elettrica da fonti rinnovabili secondo noi dovrebbero essere controllati solo da aziende dello Stato e gestite a costo zero senza profitti né perdite, può essere egualmente conveniente che piccoli e medi produttori di energia green contribuiscano alla necessità di consumo di singole aziende di produzione industriale o di servizi siglando contratti di mutuo interesse. In questo consiste la cooperazione coordinata, accordi di reciproco aiuto ripristinando percorsi mirati e bilaterali di produzione e consumo.

Nel fotovoltaico come nell’eolico come per altre energie rinnovabili vanno messi in piedi stretti controlli su pratiche di dumping commerciale. Va ricordata la decisione della UE di sanzionare dal 2013 al 2018 i colossi Cinesi del fotovoltaico per pratiche economiche scorrette che impedivano ai pochi produttori europei di competere sul mercato. In ultima analisi, se si vuole seriamente accelerare la transizione ecologica, è arrivato il momento che il Governo e il Parlamento si prendano l’incarico di creare delle filiere produttive italiane almeno per il fotovoltaico ed in generale per le rinnovabili. Reputiamo altamente pericoloso, come sta succedendo per il gas Russo, dipendere per il fotovoltaico dal colosso Cinese. Sull’energia non si può più avere dipendenza dai mercati esteri, ne vale dell’autonomia, della crescita e del futuro della nostra economia.

link correlato: https://democraziaeconomica.it/index.php/ecologia/

(FINE TERZA PARTE)

Pubblicato in Notizie | Contrassegnato con Cooperazione Coordinata

Mercato energetico: massima utilizzazione delle risorse e razionale distribuzione della ricchezza prodotta

Movimento per la Democrazia Economica Pubblicato il 6 Aprile 2022 da Redazione MDE6 Aprile 2022

Secondo MDE, in campo energetico, vanno fatte delle scelte applicando i principi di economia enunciati dal PROUT : massima utilizzazione delle risorse e massima e razionale distribuzione della ricchezza prodotta.

Per raggiungere la massima utilizzazione il metodo di applicazione deve essere di natura progressiva.

Per soddisfare questo principio di massima utilizzazione, applicato alla componente energia sono necessari i seguenti passi:

A) Nazionalizzare le fonti energetiche sia fossili che rinnovabili.

Il quadro normativo del Golden Power, espresso nel D.L. 21 del 2012 poi modificato negli anni ed aggiornato qualche giorno fa, permette di salvaguardare gli assetti proprietari delle società operanti in settori reputati strategici e di interesse nazionale.

Negli anni passati ed in ultimo dal 2020 con la crisi sanitaria, molti Stati europei hanno nazionalizzato importanti settori strategici per l’interesse collettivo. È necessario che l’Italia esca dalla logica neo-liberista e ricorra a tale opportunità per fronteggiare anche l’attuale crisi energetica, contemplando operazioni di indennizzo agli azionisti.

Ma la nazionalizzazione non basta; proprio per il motivo enunciato dal Golden Power, l’energia ha bisogno di essere gestita in maniera da non subire l’instabilità dei mercati. Quindi va progressivamente tolta dai mercati azionari, dismettendo gli approvvigionamenti dalle fonti estere.

La massima utilizzazione di queste risorse si otterrà se riusciremo a produrre il nostro fabbisogno di energia in Italia, basandolo principalmente sulle Rinnovabili. Ciò sarà possibile se si aumenterà la velocità della riconversione verso le rinnovabili e se si razionalizzeranno le estrazioni di gas e petrolio. Questo percorso va iniziato subito. Tuttavia per l’Italia studi sia di Legambiente che del CNR scoraggiano giustamente l’incentivazione di un piano di estrazione nazionale di gas metano dai giacimenti presenti, in quanto i benefici si riducono rispetto agli impatti negativi derivanti sia da diseconomie di scala nelle attività estrattive, che nei confronti dell’aumento dei gas serra con il surriscaldamento climatico provocato dal trasporto del gas.

B) Massima utilizzazione salvaguardando il territorio e gli effetti negativi su ambiente e salute umana

Massima utilizzazione non significa massimo sfruttamento delle risorse. Nel caso specifico, considerando la fragilità geologica e l’esposizione a movimenti tellurici del nostro territorio, nonché la salvaguardia ambientale, vanno chiusi progressivamente ed in tempi brevi, tutti i pozzi operanti in terra ferma. In maniera progressiva e per le stesse ragioni, vanno chiuse tutte le piattaforme che estraggono sul mare Adriatico.

C) Massima utilizzazione delle potenzialità energetiche nazionali per salvaguardare le necessità del mercato interno

Vanno invece potenziate le estrazioni ripetiamo: solo per il consumo e le necessità dell’industria e dell’utenza italiana, dei grandi giacimenti che si trovano nel mare di Sicilia e nel mare di Sardegna. Ricerche delle industrie del settore documentano che nelle zone menzionate ci sono sufficienti risorse che ci permetteranno di completare in meno di 20 anni la transizione ecologica senza dipendere dalle oscillazioni dei mercati globali.

È necessario che il Governo italiano, anche con legge delega del Parlamento, indirizzi i Ministeri e le aziende di settore partecipate dallo Stato, verso la realizzazione di tali obbiettivi, rilanciando il ruolo strategico del capitale pubblico nei settori energetici.

È necessario che il Governo italiano e la politica tutta indirizzi i Ministeri e le aziende di settore, partecipate dallo Stato verso la realizzazione di questi obbiettivi.

(FINE SECONDA PARTE)

 

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Un progetto socioeconomico partendo dal basso

Movimento per la Democrazia Economica Pubblicato il 31 Marzo 2022 da Redazione MDE5 Aprile 2022

venerdì 8 aprile ore 18:30 – Presso Teatro Kaliscopio – via XIV Maggio 2b, Treviso
Relatore Albino Bordieri

Un progetto socioeconomico che parte dal basso

  • Socialismo Cooperativo: Cooperazione, Coordinazione, Comunità economiche locali, Programmazione economica dal basso
  • Ecologia e Massima Utilizzazione: Utilizzo ottimale delle risorse, Riciclo, Rispetto della natura, Conservazione dell’acqua
  • Beni Comuni Pubblici: Materie prime e beni comuni gestiti localmente senza perdite ne’ profitti
  • La Questione Morale: Prima di tutto stabilire un patto per la responsabilità e l’onestà dei nostri attivisti e rappresentanti
  • Libertà dall’ansia economica: Organizzare il lavoro per la solidarietà e la cooperazione

Evento Facebook

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La stabilità del mercato energetico è una priorità politica che il Governo Italiano non può ignorare

Movimento per la Democrazia Economica Pubblicato il 29 Marzo 2022 da Redazione MDE29 Marzo 2022

Le ultime dichiarazioni di Draghi al Parlamento e al Paese ci dicono chiaramente che l’Italia e l’Europa sono in difficoltà con una guerra alle porte e una crisi economica grave.

La volatilità dei mercati energetici con un aumento di benzina e diesel medio del 45% rispetto ad un anno fa impongono al Governo di organizzare in tempi brevi un piano di emergenza energetica in grado di sostenere la crisi.

Le misure intraprese dal Governo per stabilizzare i prezzi dell’energia e far respirare utenti e piccole industrie sono insufficienti; tamponi una tantum. Non esiste ancora una politica energetica pluriennale in grado di dare sicurezza e futuro sia ai produttori che ai consumatori. L’errore di base è quello di pensare che il mercato dell’energia sia in grado di fluttuare liberamente e sia capace di autoregolamentarsi, come da memoria smithiana. Un dogma neoliberista oramai smascherato e che sta portando soprattutto l’Italia ed il mondo globalizzato verso una depressione economica

irreversibile. I prezzi delle materie prime e quindi anche dell’energia si basano sulle contrattazioni dei mercati finanziari, talvolta non sono solo i paesi produttori a stabilirlo ma la compravendita del valore azionario, che come tutti sanno è un valore condizionato dalla speculazione; una pratica finanziaria ammissibile, accumulare capitale in maniera “legale” non ha alcuna limitazione di legge. Il mercato dell’energia condiziona a pioggia tutte le filiere produttive mettendo in recessione o depressione l’intera economia, come è sempre successo. Il mercato dell’energia italiano ed

Europeo sta puntando sulle Rinnovabili e questo è vantaggioso per l’ambiente e la salute dei cittadini. Dobbiamo accelerare questa transizione ma una svolta tutta verde non è prevista per domani, quindi il problema dell’utilizzo di carburanti fossili rimarrà almeno per i prossimi 20 anni. Per raggiungere questi obiettivi, per essere coerenti con i pericoli dei cambiamenti climatici è necessario sganciare il sistema energetico dal mercato speculativo stabilendone un prezzo in grado di sostenere l’economia nazionale. Questo è possibile solo se ci si sgancia dagli interessi basati sui profitti dei grandi produttori, siano essi Stati o multinazionali private. Autosufficienza energetica deve essere la parola d’ordine del Governo a sostegno di veri processi di democrazia economica che rifiutano i monopoli e le guerre commerciali e che rischiano di mettere in ginocchio le piccole economie. No ai falsi dogmi ideologici del libero scambio, è dovere prioritario del Governo italiano prendere in tempi brevi decisioni a riguardo.

(FINE PRIMA PARTE)

link correlati:

Politica energetica

Pubblicato in Notizie | Contrassegnato con carburante,Eni

Adesione alla campagna greENIwashing

Movimento per la Democrazia Economica Pubblicato il 20 Marzo 2022 da Redazione MDE29 Marzo 2022

Aderiamo per esprimere estrema preoccupazione per le strategie industriali che ENI intende attuare nei prossimi anni. Con l’avvento della guerra in Ucraina che ha messo l’Italia e l’Europa in una situazione di grave crisi energetica, il raggiungimento degli obbiettivi verso una transizione sostenibile è ancor più necessaria ed urgente.  Il cambiamento della sua politica aziendale non è solo indispensabile per gli obbiettivi di transizione ecologica e di lotta all’inquinamento che l’Europa e l’Italia si apprestano ad affrontare ma è indispensabile per velocizzare il potenziamento di quelle energie rinnovabili unica vera soluzione possibile ai problemi sanitario ambientali del nostro Paese. A nostro avviso la guerra in Ucraina è il vero inizio del declino della globalizzazione economica perché oggi non ci sono più luoghi certi per le transazioni economiche internazionali. L’ENI nel suo ruolo di multinazionale operante nel mercato dell’energia non può più permettersi di puntare solo sulle fossili in quanto i contratti e gli accordi a cui è legata sono in zone a rischio di influenze dei paesi oggi in conflitto. Si aggiunge a ciò la guerra commerciale globale in atto che fa oscillare i prezzi pesantemente verso l’alto. Come richiesto dalle associazioni promotrici al MISE, ENI deve rispettare le direttive OCSE e va a nostro avviso aggiunto, in qualità dei nuovi scenari che la guerra in Ucraina ha aperto, una nuova visione industriale e produttiva in virtù delle scelte di transizione energetica già intraprese dall’Italia attraverso fotovoltaico e eolico. La nostra totale dipendenza dall’approvvigionamento di materiali per le energie rinnovabili da paesi terzi come Cina, Corea, Taiwan e altri, mette in forte dubbio e pericolo il percorso intrapreso. La nostra autosufficienza energetica non può dipendere dall’estero e neanche dai grandi privati. Alla richiesta di un tavolo di discussione al MISE va aggiunto un tavolo congiunto con il MEF, azionista pubblico e di controllo di ENI, dove proporre nuove strategie industriali in grado di garantire la salute e la sicurezza degli italiani. In questa situazione di alto rischio la progressiva dismissione delle fossili dovrebbe essere risolta dall’Italia con un intervento industriale che prevede la creazione di vere Mega Factory di produzione di celle e moduli fotovoltaici, inverter e altra alta tecnologia che ci permetteranno di affrontare non solo i cambiamenti climatici e l’autosufficienza energetica ma anche la disoccupazione creando nuovi posti di lavoro. In Italia solo ENI ha la capacità, i capitali e le dimensioni aziendali per poter affrontare queste nuove sfide ed il governo dovrebbe intervenire in questa direzione. I mercati si stanno chiudendo, l’inflazione galoppa mettendo a rischio i piani di rinnovamento e di salvaguardia del pianeta. L’ENI dovrebbe avere come slogan “Inondiamo capannoni industriali e tetti di energia solare basta fossili, basta inquinare!!” Cordiali saluti.

#greEniwashing: denuncia all’OCSE contro ENI

ufficio stampa Movimento per la Democrazia Economica.

https://democraziaeconomica.it/index.php/ecologia/

https://democraziaeconomica.it/index.php/neo-umanesimo-un-manifesto-ecologista/

Pubblicato in Notizie

Il Caro carburante e la speculazione

Movimento per la Democrazia Economica Pubblicato il 18 Marzo 2022 da Redazione MDE19 Marzo 2022

Il prezzo del carburante sta aumentando in maniera sproporzionata. Ma è solo colpa della guerra in Ucraina? Solo in parte e dovremo dire l’aumento avrebbe dovuto toccare soprattutto il gas metano, che è quello che ci fornisce la Russia, ma così purtroppo non è.

L’Italia aveva ed ha il primato dei prezzi più alti in Europa tra benzina e gasolio e questa è un’altra controprova. Quella a cui cittadini e imprese sono oggi sottoposte è una speculazione finanziaria di proporzioni mondiali. Il prezzo dei carburanti non è legato alla produzione, ma ai prodotti speculativi come i futures, per scommettere in più o in meno su prezzi di qualunque bene, specialmente le materie prime essenziali.

La realtà dei fatti quindi rende chiaro che gli interventi intrapresi dal governo al momento sono una barzelletta raccontata male. Il governo ha promesso nel giro di settimane di intervenire per calmierare i prezzi dei prodotti energetici, ma ogni giorno che passa sono milioni di euro che famiglie e aziende pagano alle multinazionali del petrolio e agli speculatori finanziari. Non è forse questo un furto legalizzato?

“Il Governo dei migliori” sta facendo gli interessi dei mercati finanziari e della maggior parte delle banche europee e all’interno di questo esecutivo tutti i partiti, anche di opposizione, sembrano allineati a sostenere queste politiche economiche di concentrazione della ricchezza.

È veramente vile coprire la speculazione attraverso i morti e la distruzione che questa guerra sta producendo!! È altrettanto vile chi oggi nella politica e nell’Imprenditoria invece di denunciare la speculazione richiede la cancellazione delle accise, espediente che nasconde la verità del problema.

M.D.E. afferma che se non si adotteranno immediatamente politiche di redistribuzione, questo inizio di stagflazione si trasformerà in tempi brevi in depressione economica per l’Italia e per l’UE. M.D.E. reputa indispensabile impedire la speculazione finanziaria su fonti energetiche e beni essenziali attraverso un intervento immediato con legge sul blocco dei prezzi dei carburanti. È stato fatto sulle mascherine chirurgiche per il covid-19, perché non farlo sul carburante?

È inoltre necessario in tempi brevi pianificare l’autosufficienza economica attraverso la nazionalizzazione di ENI dove lo Stato detiene il potere di agire attraverso la Golden Share.

Non è più possibile dipendere dal petrolio estero è una costatazione accertata, guerra e speculazione ce lo impongono.

Va data una maggiore spinta alla transizione ecologica con una accelerazione importante sulle rinnovabili, dismettendo progressivamente la dipendenza estera dalle fossili concentrando le estrazioni solo nei nostri mari di Sicilia e Sardegna dove esistono sufficienti risorse per ottenere in tempi brevi l’autosufficienza energetica.

Allo stesso tempo il blocco dei prezzi sul carburante non significa incentivarne il consumo e dimenticare gli effetti negativi sull’inquinamento e la salute. Quindi ben vengano anche misure di riduzione della mobilità da traffico su gomma incentivando in tutta Italia le ferrovie locali che dovrebbero divenire metropolitane di superfice come in altri paesi evoluti d’Europa e del Mondo.

Attuare subito queste politiche per salvaguardare sia il potere d’acquisto che l’ambiente è possibile, serve solo la volontà politica di tutti.

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No alla guerra

Movimento per la Democrazia Economica Pubblicato il 16 Marzo 2022 da Redazione MDE16 Marzo 2022

Abbiamo la guerra alle porte di casa, l’Unione Europea è direttamente coinvolta e anche l’Italia che ne fa parte è coinvolta.
La guerra è sempre una barbarie, un ritorno agli istinti primitivi del più forte perciò non ci si può schierare.
La guerra non ha vinti e vincitori, perché anche chi predomina ha le sue perdite e le sue conseguenze e ad ogni azione c’è sempre una reazione.
Al dolore della popolazione ucraina e dei profughi e allo sconcerto si aggiunge un’altra guerra, quella dei colletti bianchi con la disinformazione che si combatte sui media, social, dibattiti.
Informazione di denuncia ma molto spesso non arbitra, ma schierata.
La guerra delle bugie e di chi urla più forte a favore o contro la NATO, la Russia, l’Europa, l’Ucraina è un ulteriore male che non contribuisce a realizzare una pace vera.

Tanto meno chi utilizza le notizie per rafforzare o demolire la posizione del Governo è una pratica strumentale inaccettabile fatta sulla pelle di chi la guerra la subisce davvero. Consigliamo ai nostri lettori di ponderare bene quello che leggono e ascoltano e non dare giudizi frettolosi perché, escluso il popolo sovrano, tutti gli altri si possono dividere tranquillamente le colpe di questo e di altri conflitti sparsi per il mondo. La guerra è un crimine senza né vincitori né vinti, questo è l’unico messaggio che possiamo al momento far trasparire. La guerra è l’assenza di pace ma la pace per anni non è stata assenza di guerra.

La pace si conquista pezzettino a pezzettino ogni giorno, mettendo insieme tutti i rivoli di speranza, amore e servizio alla società, agli ultimi e a tutti gli esseri viventi del pianeta.

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Comunicato sulla guerra in Ucraina

Movimento per la Democrazia Economica Pubblicato il 28 Febbraio 2022 da Redazione MDE16 Marzo 2022
La guerra è il più grande difetto degli esseri umani.
Ognuno di noi lotta ogni giorno per migliorare le proprie condizioni o anche solo per mantenerle. Ma la guerra è basata sull’odio e sulla divisione degli esseri umani.
La guerra Russo-Ucraina è basata sui nazionalismi e sulla avidità e prepotenza umana, che sono la base dell’imperialismo.
È cominciata molto tempo fa, quando Stalin ordinò di privare dei mezzi di sostentamento i contadini ucraini che non si piegavano alla collettivizzazione forzata dell’agricoltura. Questo causò una carestia che uccise cinque milioni di persone, di cui quattro ucraini.
Le tensioni fra i due popoli si sono protratte per lunghi anni. Recentemente la guerra del Dombass, scoppiata a seguito di un referendum che proclamava l’indipendenza del Dombass con l’84% dei consensi. Le rappresaglie del governo ucraino contro i separatisti, causarono negli anni successivi 290 morti fra i separatisti e 51 morti fra l’esercito ucraino.
Ai giorni nostri la Russia ha invaso l’Ucraina, con la scusa di difendere Doneck e Lugansk, parti del Dombass, contro il governo fascista ucraino che ha disatteso il referendum popolare per la separazione.
Ovviamente la scusa non regge. Il governo russo è di destra come quello ucraino, e i reali motivi che stanno dietro all’invasione sono di ordine economico.
In entrambi questi stati c’è una estrema concentrazione del potere economico nelle mani di pochissimi super ricchi, che ambiscono al controllo delle risorse alimentari e materie prime ucraine.
Gli Stati Uniti e la Cina, anche loro dominati da una minoranza di super ricchi che controllano i governi, si sono schierati dall’una e dall’altra parte, con grande profusione di buoni principi, ma i loro scopi sono puramente economici.
Questi super ricchi, agitando sentimenti nazionalisti, spingono i relativi eserciti l’uno contro l’altro in una zona vicina al centro dell’Europa, per fare dimenticare le forti disuguaglianze economiche che generano dimostrazioni diffuse di malcontento nella popolazione.
Ogni comunità locale ha diritto ad utilizzare le proprie risorse per il benessere della propria popolazione. Per questo noi chiediamo, per tutte le popolazioni del mondo, questi quattro diritti:
  1. il Diritto all’autosufficienza economica delle popolazioni di quei territori;
  2. il Diritto di quei popoli a controllare cooperativamente i mezzi di produzione;
  3. il Diritto ad avere una condizione economica dignitosa per tutta la popolazione azzerando le povertà;
  4. il Diritto di tutti a migliorare la propria condizione economica.
Il Movimento per la Democrazia Economica si oppone a tutte le guerre. Nelle guerre tra ricchi sono sempre i poveri a morire.
Sosteniamo il popolo ucraino e i partigiani Ucraini nella loro resistenza contro l’invasione armata e l’occupazione del loro territorio da parte della Russia di Putin.
È insensata la proposta della NATO e di una parte della politica italiana di risolvere la situazione schierando truppe armate per difendere l’Ucraina.
Condanniamo inoltre tutti i Paesi che ritengono legittima l’invasione armata di un altro Paese.
Movimento per la Democrazia Economica
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