Aderiamo per esprimere estrema preoccupazione per le strategie industriali che ENI intende attuare nei prossimi anni. Con l’avvento della guerra in Ucraina che ha messo l’Italia e l’Europa in una situazione di grave crisi energetica, il raggiungimento degli obbiettivi verso una transizione sostenibile è ancor più necessaria ed urgente. Il cambiamento della sua politica aziendale non è solo indispensabile per gli obbiettivi di transizione ecologica e di lotta all’inquinamento che l’Europa e l’Italia si apprestano ad affrontare ma è indispensabile per velocizzare il potenziamento di quelle energie rinnovabili unica vera soluzione possibile ai problemi sanitario ambientali del nostro Paese. A nostro avviso la guerra in Ucraina è il vero inizio del declino della globalizzazione economica perché oggi non ci sono più luoghi certi per le transazioni economiche internazionali. L’ENI nel suo ruolo di multinazionale operante nel mercato dell’energia non può più permettersi di puntare solo sulle fossili in quanto i contratti e gli accordi a cui è legata sono in zone a rischio di influenze dei paesi oggi in conflitto. Si aggiunge a ciò la guerra commerciale globale in atto che fa oscillare i prezzi pesantemente verso l’alto. Come richiesto dalle associazioni promotrici al MISE, ENI deve rispettare le direttive OCSE e va a nostro avviso aggiunto, in qualità dei nuovi scenari che la guerra in Ucraina ha aperto, una nuova visione industriale e produttiva in virtù delle scelte di transizione energetica già intraprese dall’Italia attraverso fotovoltaico e eolico. La nostra totale dipendenza dall’approvvigionamento di materiali per le energie rinnovabili da paesi terzi come Cina, Corea, Taiwan e altri, mette in forte dubbio e pericolo il percorso intrapreso. La nostra autosufficienza energetica non può dipendere dall’estero e neanche dai grandi privati. Alla richiesta di un tavolo di discussione al MISE va aggiunto un tavolo congiunto con il MEF, azionista pubblico e di controllo di ENI, dove proporre nuove strategie industriali in grado di garantire la salute e la sicurezza degli italiani. In questa situazione di alto rischio la progressiva dismissione delle fossili dovrebbe essere risolta dall’Italia con un intervento industriale che prevede la creazione di vere Mega Factory di produzione di celle e moduli fotovoltaici, inverter e altra alta tecnologia che ci permetteranno di affrontare non solo i cambiamenti climatici e l’autosufficienza energetica ma anche la disoccupazione creando nuovi posti di lavoro. In Italia solo ENI ha la capacità, i capitali e le dimensioni aziendali per poter affrontare queste nuove sfide ed il governo dovrebbe intervenire in questa direzione. I mercati si stanno chiudendo, l’inflazione galoppa mettendo a rischio i piani di rinnovamento e di salvaguardia del pianeta. L’ENI dovrebbe avere come slogan “Inondiamo capannoni industriali e tetti di energia solare basta fossili, basta inquinare!!” Cordiali saluti.
ufficio stampa Movimento per la Democrazia Economica.
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