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La stabilità del mercato energetico è una priorità politica che il Governo Italiano non può ignorare

Le ultime dichiarazioni di Draghi al Parlamento e al Paese ci dicono chiaramente che l’Italia e l’Europa sono in difficoltà con una guerra alle porte e una crisi economica grave.

La volatilità dei mercati energetici con un aumento di benzina e diesel medio del 45% rispetto ad un anno fa impongono al Governo di organizzare in tempi brevi un piano di emergenza energetica in grado di sostenere la crisi.

Le misure intraprese dal Governo per stabilizzare i prezzi dell’energia e far respirare utenti e piccole industrie sono insufficienti; tamponi una tantum. Non esiste ancora una politica energetica pluriennale in grado di dare sicurezza e futuro sia ai produttori che ai consumatori. L’errore di base è quello di pensare che il mercato dell’energia sia in grado di fluttuare liberamente e sia capace di autoregolamentarsi, come da memoria smithiana. Un dogma neoliberista oramai smascherato e che sta portando soprattutto l’Italia ed il mondo globalizzato verso una depressione economica

irreversibile. I prezzi delle materie prime e quindi anche dell’energia si basano sulle contrattazioni dei mercati finanziari, talvolta non sono solo i paesi produttori a stabilirlo ma la compravendita del valore azionario, che come tutti sanno è un valore condizionato dalla speculazione; una pratica finanziaria ammissibile, accumulare capitale in maniera “legale” non ha alcuna limitazione di legge. Il mercato dell’energia condiziona a pioggia tutte le filiere produttive mettendo in recessione o depressione l’intera economia, come è sempre successo. Il mercato dell’energia italiano ed

Europeo sta puntando sulle Rinnovabili e questo è vantaggioso per l’ambiente e la salute dei cittadini. Dobbiamo accelerare questa transizione ma una svolta tutta verde non è prevista per domani, quindi il problema dell’utilizzo di carburanti fossili rimarrà almeno per i prossimi 20 anni. Per raggiungere questi obiettivi, per essere coerenti con i pericoli dei cambiamenti climatici è necessario sganciare il sistema energetico dal mercato speculativo stabilendone un prezzo in grado di sostenere l’economia nazionale. Questo è possibile solo se ci si sgancia dagli interessi basati sui profitti dei grandi produttori, siano essi Stati o multinazionali private. Autosufficienza energetica deve essere la parola d’ordine del Governo a sostegno di veri processi di democrazia economica che rifiutano i monopoli e le guerre commerciali e che rischiano di mettere in ginocchio le piccole economie. No ai falsi dogmi ideologici del libero scambio, è dovere prioritario del Governo italiano prendere in tempi brevi decisioni a riguardo.

(FINE PRIMA PARTE)

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