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Lavorare meno, lavorare coordinati, lavorare tutti

Per la ripresa economica – più lavoro per tutti:

  • Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.
  • Incentivare la Cooperazione Coordinata tra i giovani, le donne e i disoccupati.
  • Incentivare gli aiuti e i fondi per i progetti di WBO, Workers BuyOut (cooperative di lavoratori che acquistano le aziende in difficoltà)
  • Incentivare la produzione di beni e servizi a prezzo sostenibile a livello locale e all’interno della Comunità Europea per ridurre la globalizzazione economica.

Le politiche del Jobs Act varate nel 2015 hanno causato in questi anni maggiore precarietà impoverendo anche chi lavora. L’aumento della flessibilità contrattuale voluta da Matteo Renzi
ha permesso facilità nei licenziamenti e ha portato maggiori profitti per le aziende. Quello di abbattere l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori è stato un chiaro obbiettivo focalizzato dagli organismi internazionali per imporre le politiche della flessibilità che è parte del vangelo della Troika e del turbo capitalismo neoliberista.
I disastri di quella legge li vediamo oggi, si sommano ai contraccolpi occupazionali della Pandemia da Covid. Un dato di estrema rilevanza che fotografa la situazione attuale è il numero delle persone che non hanno un lavoro e nemmeno lo cercano più (Tasso di inattività) che sale al 35,5%
(dati ISTAT 2021). Questo fenomeno, sommato al basso potere d’acquisto degli occupati, richiede riforme urgenti che favoriscano l’occupazione e la sostenibilità salariale necessari per garantire dignità e potere d’acquisto alla vita di un lavoratore e della propria famiglia.

Proposta
MDE, movimento che sostiene la democrazia economica si impegna in una campagna di sensibilizzazione tra i lavoratori, disoccupati, Istituzioni dello Stato e parti sociali facendo 4 proposte di riforma del mondo del lavoro che il governo dovrebbe varare in tempi
brevi per affrontare la grave crisi sociale ed economica in atto.

  1. Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.
  2. Incentivare la Cooperazione Coordinata tra i giovani, le donne e i disoccupati.
  3. Incentivare gli aiuti e i fondi per i progetti di WBO, Workers BuyOut (cooperative di lavoratori che acquistano le aziende in difficoltà).
  4. Incentivare la produzione di beni e servizi a prezzo sostenibile a livello locale e all’interno della Comunità Europea per ridurre la globalizzazione economica.

Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.
J. M. Keynes nel 1928 profetizzava, conti alla mano, che entro un secolo la settimana lavorativa si sarebbe fermata a 15 ore, tre ore al giorno mentre le aziende avrebbero potuto continuare a fare profitti. P. R. Sarkar, il filosofo indiano padre della Progressive Utilization Theory (PROUT), nel 1958 diede un’immagine dell’utilizzo della tecnologia proiettata in un futuro realmente sostenibile dove l’innovazione si pone al servizio del benessere collettivo raggiungendo traguardi oggi impensabili. “In un sistema economico collettivo l’uso benevolo della scienza porterà al benessere umano. È possibile che a causa della meccanizzazione nessuno debba lavorare per più di cinque minuti a settimana. Non essendo sempre preoccupati per i problemi di acquisizione di cibo, vestiti, ecc., le potenzialità psichiche e spirituali delle persone non saranno più sprecate…”. Gli studi di questi economisti iniziano ad essere applicati in varie realtà in giro per il mondo e studi rivelano che maggior ore di lavoro non corrispondono a maggior produttività. L’Italia lavora un giorno in più alla settimana dei lavoratori tedeschi con stipendi, a parità di mansioni, molto più bassi.
Più ore di lavoro non determinano un aumento di produttività. Il filosofo P.R. Sarkar proponeva la modernizzazione che oggi identifichiamo in: organizzazione, automazione e informatizzazione. In sintesi, Innovazione.
MDE propone:

  • Che gli investimenti del Recovery Fund siano erogati solo a chi fa un primo passo per la socializzazione dell’economia: “io ti sostengo solo se tu sei disposto a dividere i profitti con i lavoratori dipendenti”.
  • Proporre subito le 30 ore settimanali a parità di salario soprattutto per le attività fortemente remunerative, e per tutte quelle mansioni ritenute usuranti. Dopotutto è la metà delle ore profetizzate da Keynes, entro il 2028, per mantenere in crescita il sistema. Espandere questa regola, in maniera progressiva, stimolerà sia la domanda che l’offerta di beni e servizi creando stabilità sul mercato.

Incentivare la Cooperazione Coordinata tra giovani, donne e disoccupati.
La Cooperazione Coordinata e non subordinata porta ricchezza diffusa, stabilità economica, migliore qualità della vita sia in ambito lavorativo che sociale. Il Terzo Settore ne è un esempio: attività in aumento del 25% rispetto a 10 anni fa per un valore della produzione stimato in 80 miliardi di euro che sfiora il 5% del PIL; gli addetti sono 900.000 (70% donne).
Anche il mondo cooperativo sta soffrendo della Pandemia da Covid ma prima della crisi l’occupazione in questo settore cresceva 4 volte più che nelle Spa.
Cooperazione Coordinata significa socializzazione dell’economia, cioè maggiori responsabilità per i soci nell’impresa, bilanciate da maggior sicurezza salariale e qualità della vita. Se si vuole un futuro sostenibile, lo Stato e tutta la società devono investire su questo.

Incentivare gli aiuti ed i fondi per i progetti di WBO Workers BuyOut.
Quando ci sono i termini per il recupero e la riqualifica delle aziende a rischio chiusura o in fallimento, lo Stato deve investire di più per mantenere l’occupazione e per salvaguardare conoscenze lavorative di elevata professionalità.
Più poteri e più fondi dal PNRR per CFI (Cooperazione Finanza Impresa) l’Ente Statale che sostiene lo sviluppo del mondo cooperativo ed il WORKERS BUYOUT che sono le imprese rigenerate dai lavoratori. Il WBO è un’azione di salvataggio di un’azienda, realizzata dai dipendenti che subentrano nella proprietà formando una cooperativa.
Sono sempre più frequenti le delocalizzazioni ed i fallimenti e questo impone iniziative per contenere l’emorragia di posti di lavoro. Nazionalizzazione quando le aziende producono beni strategici per l’economia italiana, Workers BuyOut per tutte le altre.

Incentivare la produzione di beni e servizi a prezzo sostenibile a livello locale e all’interno della Comunità Europea per ridurre la globalizzazione economica.
È indispensabile che le economie nazionali dei Paesi aderenti alla UE indirizzino la loro produzione per il consumo interno, limitando la globalizzazione economica. Utilizzando l’innovazione, diminuendo l’intermediazione, dotandosi di autosufficienza energetica da fonti rinnovabili e aumentando controlli, sanzioni e dazi sui prodotti provenienti dai Paesi extra UE si potrà competere sui mercati con prodotti di alta qualità a basso prezzo aumentando la qualità della vita dei cittadini italiani ed europei. Questo cambio di paradigma è fondamentale per uscire dalla morsa del lavoro sottopagato, dalla concorrenza sleale e del dumping economico provenienti da quei Paesi dove non esistono diritti per i lavoratori, talvolta sottoposti a forme di sfruttamento aberranti.

Conclusioni
Per MDE è importante che le autorità preposte si impegnino in questo cambiamento ora, perché ci sono le risorse finanziare dei fondi europei del Recovery Fund. Per poter rigenerare l’occupazione ed aiutare gli strati più bisognosi del corpo sociale queste misure sono urgenti. I Fondi per
l’innovazione dovranno favorire queste trasformazioni. C’è urgente bisogno che tutte le parti sociali interessate: rappresentanze dei lavoratori, dei datori di lavoro, dello Stato degli Enti Locali
aprano dei tavoli di discussione nello spirito della cooperazione coordinata.
MDE è ben consapevole che l’ostacolo da superare potrebbero essere gli interessi dei più ricchi. A questo proposito va richiesto realismo, il cambiamento è possibile se ci sarà una razionale unità di intenti. La concertazione dovrà essere un meccanismo in grado di affrontare la forte crisi in atto che potrebbe non risparmiare nessuno. Il valore della ricchezza accumulata o disponibile diventa inerte se il mercato spinto dalla domanda e offerta di milioni di persone si fermasse irrimediabilmente a causa di povertà e basso reddito. I ricchi devono ragionevolmente permettere la ridistribuire della ricchezza attraverso le forme descritte per permettere sostenibilità salariale e sicurezza sociale.

Redazione MDE

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