- Politiche del libero mercato
La sudditanza del pubblico al privato e alle privatizzazioni, nasce in tutto il mondo dall’indebolimento del pubblico, con il sopravvento degli appalti al ribasso, lo sfruttamento dei lavoratori, la nascita di contratti flessibili e la gestione a fini di profitto, anche se contrattualizzato, delle proprietà pubbliche.
Dagli anni 80 fino ai primi del 2000, la politica comune delle privatizzazioni ha contrassegnato uniformemente il mercato economico europeo, considerando la proprietà pubblica (locale o statale) come ostacolo che penalizza il funzionamento del cosiddetto libero mercato.
- Psicologia delle privatizzazioni
Le privatizzazioni dei settori chiave pubblici (distribuzione energia elettrica, gas, acqua, sanità, ecc.) piacciono ai ricchi. Ciò porta all’indebolimento della rappresentanza politica e dei corpi intermedi, al rafforzamento e incremento del sistema delle lobbies, avvalorando l’accettazione dell’idea individualistica su quella collettiva.
Pertanto, il sistema spinto delle privatizzazioni rinforza la psicologia dominante privatistica e mercantilistica, unita ad un senso cinico dell’essere individuo, indebolendo contemporaneamente il concetto di responsabilità etica verso il bene collettivo.
Ogni volta che il sistema dei valori capitalistici perde consenso, si verifica un’accelerazione delle politiche di governo verso le privatizzazioni. Obiettivo dei capitalisti è persuadere la società che i valori mercantilistici sono il bene sociale più alto. Questo impoverisce la collettività delle sue ricchezze.
Con l’aumento delle privatizzazioni si concretizza il passaggio della gestione delle pensioni dal settore pubblico a quello privato, l’aumento del peso economico delle finanziarie, delle assicurazioni, finanze dei servizi, finanza speculativa, delle consulenze fiscali e finanziarie.
- Corruzione, sistema politico e privatizzazioni
Il processo di dismissione e alienazione di importanti quote di mercato pubbliche a settori economici privati ha visto, in Italia in particolare, l’intersecarsi del fenomeno di tangentopoli. Sono state le aziende pubbliche delle Partecipazioni Statali ad essere l’obiettivo dell’operazione “Mani Pulite” degli anni 90. In realtà il capitalismo ha capovolto il significato di “Mani Pulite” diffondendo l’idea che le società a partecipazione statale sono inefficienti e corruttibili. Il corto circuito che poi è avvenuto nei legami tra finanziamento occulto ai partiti, nomine dei consigli di amministrazione delle aziende pubbliche e influenza partitica sulle scelte manageriali, ha comportato lo sgretolamento del sistema industriale italiano. La corruzione avviene anche in forme diverse, come benefit e ricche consulenze.
Infatti, le industrie pubbliche, con una programmazione industriale nel medio-lungo periodo, hanno sostenuto lo sviluppo del sistema industriale italiano. Invece, le grandi holding private impattano solo nel breve periodo, in quanto interessate ad un utile ravvicinato nel tempo.
- Privatizzazione e criminalità
Infine, esiste specialmente in Italia un altro problema di fagocitazione da parte della criminalità organizzata e da associazioni di stampo mafioso delle imprese private, anche di grandi dimensioni. Oramai mafia, ndrangheta, camorra, sacra corona unita sono penetrati capillarmente nel tessuto produttivo italiano e non solo, quindi ogni privatizzazione mal sorvegliata e gestita è un regalo nelle mani della criminalità, aumentando il rischio di infiltrazioni di capitali mafiosi nei processi di privatizzazioni.
- Gli imprenditori hanno trovato nuove risorse per fare profitti.
Le risorse rimaste, per poter ricavarne dei profitti, sono i beni e servizi essenziali, che non erano stati ancora toccati dalla privatizzazione e che mai si sarebbe pensato potesse succedere: Acqua, luce, gas, fognature, comunicazioni, poste, ferrovie, sanità, etc.
Lo slogan utilizzato dai capitalisti è che la gestione privata è più “efficiente”. Ma alla fine nella maggior parte dei casi non è così, perché l’obiettivo è il profitto. MDE propone una gestione basata sul consumo.